martedì 23 marzo 2010

Architettura timida

In occasione della presentazione al salone del restauro di Ferrara condivido questo articolo che mi ha incuriosito non poco sull'architettura timida:

[ 26.03.2010; 14:00; ] Presentazione del libro presso il Salone del Restauro a Ferrara.

Questa piccola enciclopedia del dubbio, nel gran deserto delle certezze, è una raccolta di 100 tracce, spie e paradossi descritti con minimi racconti che mandano in tilt i nostri luoghi comuni.
Ad uno sguardo fanciullo l’architettura italiana offre molti motivi per ridere di gusto e per meravigliarsi. L’autore propone semplici strategie in pillole per ricordarci che nella nostra epoca frenetica, distratta, seriosa e spietata c’è bisogno di ironia, pazienza, tolleranza, gentilezza, lentezza, umiltà e prima di tutto di timidezza. La timidezza non è una malattia ma una virtù preziosa che ci insegna a maneggiare il mondo con delicatezza ponendoci molti dubbi e chiedendo permesso prima di agire. In un mondo di sopraffazione sfacciata la nonviolenza verso le cose è la più grande forza a nostra disposizione. La vera ricchezza dell’architetto timido è data dal saper intervenire con poco, del quale poco non vi è mai penuria, utilizzando la conoscenza, la conservazione dell’esistente e la stratificazione della nuova architettura con cautela, attenzione, affetto, umiltà e intelligenza. Forse nei progetti è più importante presentare l’elenco delle cose non fatte chiedendoci: e se provassi a non fare questo? E quest’altro? Così le azioni della SAA Shy Architecture Association (associazione per l’architettura timida) sono provocatorie (l’invenzione del miracoloso farmaco Timidina), ironiche (la patente a punti per il restauro) e meravigliosamente sconclusionate. Ma spesso giocando si può affermare qualche brandello di verità. In un mondo dove tutti sono seriosi, l’architettura timida pratica il marameo come strumento per dare sapore e musicalità alla vita e allargare l’orizzonte per sollevare il nostro sguardo, per non prenderci troppo sul serio. Così in questo strano momento in cui il vecchio mondo sta morendo ma il nuovo non è ancora nato, il pensiero timido ci insegna a tentare una piccola rivoluzione che, nel mare della vita, può essere un vero e proprio pesce d’aprile.



Marco Ermentini (Crema 1956). Architetto. E’ presidente della Shy Architecture Association www.shyarch.it che raggruppa il movimento per l’architettura timida. Ha vinto nel 1995 il Premio Assisi per il miglior restauro eseguito in Italia (il Campanile del Duomo di Crema). Lavora nello studio di architettura fondato dal padre sessanta anni fa “Ermentini Architetti” con la sorella Laura: qui si sperimenta un’architettura attenta alle persone e alle cose, un piccolo laboratorio di studio e applicazione dell’arte millenaria dell’abitare. Suona il pianoforte nell’Orchestra Karanovic, l’unico gruppo di jazz gnostico. E’ autore di alcuni libri, il più recente: Restauro Timido, architettura, affetto, gioco, Nardini Editore, 2007 ( II edizione ).

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